martedì 25 marzo 2008

Il gioco del diavolo


Il mese scorso, parlando della canzone degli Stones "simpathy for the devil", ho evidenziato come la cosa che fa di piu' impazzire gli uomini e' proprio il gioco che il diavolo fa con noi. Bene, ieri una cosa mi ha fatto riflettere su questo. Secondo voi quale gioco e di chi ha giudato le mani di Radu Bogdanu che, giorno 23, guidava completamente ubriaco, senza patente e contromano in una strada di Settimo Torinese? Ed il gioco di chi, dopo lo scontro frontale, ha fatto in modo che l'assassino ne uscisse solo con il setto nasale fratturato, mentre le vittime, che guidavano per i fatti loro per tornare a casa, subissero il danno piu' grave? Quale gioco e di chi ha fatto morire sul colpo Maria Romano di 52 anni? E ha fatto finire suo marito in ospedale gravemente ferito? Il gioco di chi?

venerdì 21 marzo 2008

La festa dei papa'


La festa dei papa' non e' il 19 Marzo. La festa dei papa' e' ogni giorno, quando tornando a casa incontrano il sorriso dei propri figli. Quando hanno la possibilita' di stringere e farsi cingere da quelle piccole braccia. La festa dei papa' sta nella speranza che per loro ci sara' un posto migliore. Sta nella voglia di credere che i propri figli siano, un domani, delle persone migliori. La festa dei papa' sta nel desiderare a tutti i costi che i figli non assomiglino a loro, perche' significherebbe essere cio' che essi non sono diventati e che avrebbero voluto essere. La festa dei papa sta nel guardare da lontano, con disinvoltura, i passi che i bambini fanno e ridere dei loro errori. La festa di tuo padre, figlia mia, sta in questo : nel credere che ,in futuro, tu possa dirmi: sei stato un buon padre, perche' io sono una buona madre. Auguri a te bimba mia, perche' la gioia che ogni giorno mi dai e' il regalo piu' bello che io possa mai farti.

Tuo papa'.

martedì 4 marzo 2008

La poesia del mese

Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d'orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.

Nelle crepe dei suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano
a sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.

E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com'è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.

E. Montale

sabato 1 marzo 2008

Il tributo del mese: Tracy Chapman


Andavo ancora alle medie quando, nel 1988, tutte le radio trasmettevano una canzone: talking about a revolution. La cantava Tracy Chapman, la ragazza con la chitarra, con la sua voce pacata e profonda. Il suo omonimo album di esordio vendette circa dieci milioni di copie solo in America ma fu un successo a livello mondiale. Molti ricordi si legano a questa canzone. Piu' che altro si legano ad essa la spensieratezza e l'incoscienza dell'adolescenza. Quello fu uno dei miei primi 33 giri, dono di mio cugino; adesso con lui non ci parliamo quasi piu' ma il 33 giri ancora resta e regala sempre emozioni ogni volta che lo ascolto. La canzone parla di un disagio sociale, cosa che si trova in molte canzoni di Tracy Chapman, e parla di rivoluzione. E dice che la povera gente si ribellera', che avra' la sua rivincita. Utopia? Forse si, perche' di quella rivoluzione attesa dalla Chapman non s'e' vista nemmeno l'ombra...secondo voi...la povera gente...avra' prima o poi la propria rivincita?